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Cari amici, cosa stavate facendo cinque anni fa di questi tempi? Cinque anni fa di questi tempi undici di noi (io non ero tra questi, non prendetevela con me) si riunivano per formare il più grande generatore di energia che ho mai incontrato. Cinque anni fa nasceva RENA.
Cinque anni sono volati, ma se mettiamo in fila le cose che RENA ci ha reso capaci di fare insieme, sembra incredibile che siano stati solo cinque. Abbiamo costruito una rete di intelligenza collettiva innervata in tutto il mondo, dagli USA all’India. Abbiamo lavorato con le amministrazioni pubbliche più difficili: scuole, provveditorati, province e quasi sempre con successo. Abbiamo portato ai nostri tavoli, a sentire quello che pensiamo, personalità di primo piano del panorama italiano: il vicepresidente del Senato, Il presidente della Fiat, presidenti di Regioni, direttori di banche e giornali.
Abbiamo portato in una città antica e splendida come Matera una Summer School di livello internazionale. Abbiamo inventato modi nuovi di far rivivere territori dimenticati, attraverso esperimenti di intelligenza collettiva. Abbiamo toccato – e forse ispirato? – migliaia di studenti con il nostro programma di mentoring. Ci siamo arrabbiati infinitamente, e infinitamente abbiamo festeggiato insieme. Abbiamo fatto la cosa più bella che un uomo possa fare: dove non c’era niente, abbiamo dato forma alle nostre idee. Lo abbiamo fatto insieme, e non lo avremmo fatto se non fossimo stati tutti noi.
All’assemblea di Roma (ottobre 2011) abbiamo deciso cose molto chiare: che non cercheremo di diventare una partito, né un centro studi. Che punteremo a diventare una voce influente del dibattito italiano (attuando la nostra strategia) facendo sempre meglio quello che abbiamo scoperto che sappiamo fare bene: e cioè FARE LE COSE.
La crisi economica ci ha costretti a pensare più seriamente al concetto di cambiamento. Sembra un piccolo passo, ma non lo è. Per la prima volta gli italiani cominciano a pensare a come potrebbe cambiare la loro vita. Se ne parla, e si parla di cambiamenti anche su temi che ci interessano particolarmente, per questioni generazionali: mercato del lavoro, flessibilità, mobilità, giovani.
Forse molti italiani cominciano a pensare che qualcosa cambierà per davvero, chissà se in positivo o in negativo. Ma nessuno è in grado di raccontare come potrebbe essere l’Italia, come potrebbero essere gli Italiani, dopo questo cambiamento. Questo genera paura, incertezza.
Io in questo vedo il ruolo di RENA nel nostro paese, in questo momento storico. Noi siamo capaci di raccontare il cambiamento. L’abbiamo vissuto, ne abbiamo vista l’anteprima, ne conosciamo i rischi e i vantaggi. Gli argonauti arrivarono ai confini del mondo per tornare col vello d’oro. Gli arenauti hanno vissuto il cambiamento di questo primo scorcio di millennio, e tornano, attraverso i progetti di RENA, per raccontarlo, nelle sue mille sfaccettature. E raccontandolo, il cambiamento lo fai succedere. Non sarà il vello d’oro, ma è un bel regalo che possiamo fare al nostro Paese.
Per leggere il discorso integrale di apertura dell’AG6 segui il link.

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