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Se siete arrivati a questo articolo è perché siete dei navigatori del web. Utilizzate motori di ricerca, scrivete le email, avete un profilo Facebook. E proprio a voi – a noi – si pone un delicato dilemma: chi è responsabile del contenuto di un video caricato sul web? Chi lo gira, chi lo carica, chi lo ospita o chi lo diffonde? A partire da oggi, la risposta sembra essere la terza: ha oneri e onori dei contenuti del web la “casa”che li contiene. Contestualizzando alle più recenti notizie, la responsabilità di Google. [//]
Alla fine, infatti, il gigante ha perso la sua battaglia: è notizia fresca la condanna di tre dirigenti dell’azienda per aver pubblicato, nel 2006, il video di un disabile maltrattato da alcuni coetanei. Secondo il Tribunale di Milano i tre sono colpevoli di violazione della privacy; la pena, sei mesi di reclusione.
Certamente il video del giovane disabile è stato visto da diversi utenti, prima di essere – prontamente – rimosso da Google. Si tratta di un fatto deplorevole in cui è stata lesa la dignità di un individuo. È irreprensibile la determinazione dei giudici nel ricercare dei colpevoli; ed è essenziale che la società provveda a identificare nuove misure e strumenti per tutelare la privacy sul web – soprattutto quella di chi non può farlo autonomamente.
Senza cadere in sterili “accuse ai giudici” il cui operato è di indubbio valore e tutela la legalità in Italia, è comunque lecito chiedersi: Poste Italiane è responsabile del contenuto delle lettere che consegna nelle nostre case? Se la risposta è “no”, allora dobbiamo fermarci e riflettere. E cercare di capire cosa sta succedendo – oggi – in Italia con le normative che regolano internet. È infatti notizia recente la revisione della bozza del “Decreto Romani” attuando una direttiva europea, il testo prevede anche la regolamentazione di internet, considerato un “servizio di media audiovisivi e radiofonici”.
Alla base della sentenza Google c’è il principio, chiarito dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che il diritto d’impresa “non può prevalere sulla dignità della persona”. Inopinabile e condivisibile. Ma è ragionevole ritenere responsabile di un contenuto esclusivamente chi lo ospita (non chi lo produce), soprattutto si tratta di milioni di video? Cosa succederebbe se Google (o un altro provider) improvvisamente si rifiutasse di essere “responsabile” e cancellasse tutti i contenuti di terzi? Non sarebbe forse meglio educare a una maggiore responsabilizzazione di tutti, ma proprio tutti, gli internauti? A voi la parola!