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* Articolo di Marco Perone
Nel 1991, con la nascita del World Wide Web, l’utilizzo di Internet è stato aperto a milioni di persone. Accompagnato dall’esplosione dell’era digitale, Internet ha segnato una rivoluzione nell’ambito della conoscenza e della comunicazione: libri, articoli, manuali accademici, composizioni musicali, opere cinematografiche, dipinti, fotografie e illustrazioni (la lista è esemplificativa e non esaustiva!) sono diventati condivisibili da milioni di utenti simultaneamente. Parallelamente, nel 1989, la Convenzione di Berna ha stabilito [//] il riconoscimento reciproco del diritto d’autore tra i paesi aderenti e la facoltà esclusiva di diffusione e sfruttamento di un’opera da parte del suo autore. Se da un lato è stato giusto disciplinare un terreno ancora inesplorato e proteggere l’originalità e la proprietà di ogni singola opera, dall’altro lato è naturale chiedersi se sia stato giusto impedire, attraverso delle leggi, lo sfruttamento e l’utilizzo di qualunque scritto, immagine o video pubblicato sul web.
Perché aver creato il più importante strumento di comunicazione e di condivisione, se non possiamo condividere liberamente cultura, idee, arte, musica? Che cos’è una cultura condivisa se non possiamo condividerla? Internet e altre nuove tecnologie hanno permesso a ognuno di esprimere la propria creatività, confrontarsi con gli altri e sviluppare nuove idee partendo da quelle preesistenti, diventando sempre di più uno strumento moderno per la libera espressione e l’innovazione.
Con l’intento di ovviare a questo dilemma nel 2001 nasce Creative Commons. Organizzazione no profit, Creative Commons è stata creata con l’ambizione di “salvare il mondo” dall’impossibilità di condividere idee e creazioni, rendendo possibile il ricorso creativo a opere d’ingegno altrui nel pieno rispetto delle leggi esistenti. Creative Commons è uno “spazio libero” nel quale il creatore di un’opera può decidere il destino del proprio lavoro, lasciando ad altri la possibilità di utilizzarlo liberamente.
Posso riprodurre un lavoro? Posso copiarlo? Posso utilizzare una fotografia? Posso creare una nuova versione di essa? Creative Commons fornisce degli strumenti (licenze) che permettono a tutti coloro che producono un lavoro di fare una scelta sul copyright. Ogni licenza dice: “Devi attribuirmi il lavoro; dammi credito per quello che ho fatto”. Le scelte essenziali sono: Posso usare il tuo lavoro a scopo economico? Posso produrre lavori derivati, traduzioni o adattamenti? E se utilizzo il tuo lavoro, devo usare la stessa licenza da te imposta? Tali licenze elaborate ad hoc cercano di preservare l’identità dell’autore originale pur lasciando la libertà ad altri di condividere, utilizzare e modificare il proprio lavoro. Creative Commons non è solamente un’alternativa alle regole imposte sul copyright, ma anche uno strumento fondamentale per il futuro della comunicazione globale e dello scambio culturale, in grado di proteggere uno spazio vitale a disposizione di creatività, conoscenza e libertà d’espressione.
Per ulteriori dettagli visitare il sito: http://www.creativecommons.org
Foto di Jeffrey Collingwood

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