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Generare fiducia collettiva, infondere speranza, ispirare i più giovani a perseguire i propri sogni senza cercare scorciatoie: è con questi propositi che RENA si è affacciata tra gli studenti torinesi nella mattinata di sabato 6 novembre.
Oltre cento arenauti e futurarenauti hanno condiviso con onestà e apertura le loro storie di vita. Storie comuni di successi e coraggio, ma anche di fallimenti, dubbi, paure, pentimenti e insegnamenti appresi da persone illuminate apparse come guide nel corso di percorsi professionali a volte tortuosi. Il tutto con un solo fil rouge: la perseveranza.
Ad ospitare questa iniziativa denominata (in)formiamoci!c’erano oltre 150 studenti di due licei scientifici torinesi – il Giordano Bruno e il Galileo Ferraris – che hanno accettato la sfida e accolto RENA nel proprio auditorium, quasi a scatola chiusa, senza troppo sapere dell’associazione, ma incuriositi dall’ostinazione degli organizzatori.
Nel liceo Giordano Bruno, una scuola della periferica torinese, gli arenauti si sono confrontati con un nutrito gruppo di studenti molto coesi ed entusiasti. Al Galileo Ferraris, liceo del più centrale quartiere Crocetta, l’interazione è stata più intima in virtù di una partecipazione numericamente più ridotta da parte degli studenti. In entrambe le scuole, però, i partecipanti si sono letteralmente messi in gioco, con grande entusiasmo, tentando di immedesimarsi nelle diverse professioni rappresentate dai singoli arenauti. A questo gioco di ruolo è seguito un confronto diretto con gli arenauti, che hanno raccontato agli studenti il percorso accademico, la quotidianità e la realtà professionale e personale coinvolti nelle professioni descritte.

Oltre ad avere una funzione orientativa in chiave professionale, il confronto si è concentrato sul percorso di vita degli arenauti, che, nel condividerlo con ragazzi più giovani, hanno messo in luce i cambiamenti di rotta ma anche i processi che li hanno condotti, individualmente, ad acquisire maggiore consapevolezza di sé. Gli studenti hanno sollevato le proprie perplessità sul futuro, sulla scelta del percorso accademico, con grande curiosità rispetto a ciò che veniva loro raccontato, palesando il bisogno di un riscontro concreto con persone più grandi (ma non ancora ‘troppo’ grandi), e dimostrando un ottimo livello di informazione e attenzione rispetto alle dinamiche sociali, economiche e politiche del mondo che li circonda.
Al legittimo scetticismo di chi ha espresso il rischio di non riuscire a coronare il proprio sogno e finire col “fare il cassiere”, RENA ha richiamato il valore e la capacità di elevare e conferire dignità del lavoro in ogni sua forma facendo un forte appello all’umiltà.
Il rapporto tra studenti e RENA non è finita al suonare della campanella. RENA si è impegnata a mantenere un rapporto di lungo periodo  attraverso una sorta di ”adozione a distanza” degli studenti che hanno partecipato all’incontro.


Il valore aggiunto dell’iniziativa sta nel formato innovativo e coinvolgente, e nei benefici che esso comporta per tutti. Studenti, arenauti e professori sono usciti dall’incontro di sabato mattina col sorriso, e con la promessa reciproca di portare avanti questo dialogo in altre scuole italiane, replicando l’iniziativa (in)formiamoci! su scala nazionale. RENA spera di innescare un meccanismo virtuoso in virtù del quale gli studenti di oggi, quando sarà il loro turno, faranno altrettanto con gli studenti di domani.
Per maggiori informazioni scrivete a informiamoci@progetto-rena.it.

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