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Il 4 novembre del 1979 un gruppo di studenti rivoluzionari iraniani assaltò l’ambasciata degli Stati Uniti a Teheran e tenne in ostaggio una cinquantina di funzionari americani per oltre un anno. Quel drammatico episodio segnò la fine dei rapporti diplomatici diretti tra i due Paesi. Dopo più di trent’anni di congelamento delle relazioni bilaterali, il 3 ottobre del 2011 il Dipartimento di Stato di Washington ha annunciato con grande enfasi la riapertura della propria rappresentanza diplomatica. Non in un edificio della capitale iraniana, ma su internet, all’indirizzo http://iran.usembassy.gov/.
L’inaugurazione della prima ambasciata al mondo presente unicamente online è uno dei più emblematici e provocatori esempi di diplomazia digitale, ovvero l’utilizzo di internet e dei social media da parte dei governi per comunicare con l’opinione pubblica internazionale. Un fenomeno nuovo che il nostro Antonio Deruda ha analizzato nel nuovo libro “Diplomazia Digitale“, edito da Apogeo/Feltrinelli. E da pochi giorni è online anche il blog www.diplomaziadigitale.it, in cui l’autore prosegue l’analisi di una materia in continua evoluzione.
Pagine Facebook delle ambasciate, Summit in diretta su YouTube, blog dei diplomatici, profili Twitter dei Ministri degli Esteri. Sono alcuni degli strumenti dei quali si servono oggi i governi per promuovere i propri interessi strategici all’estero. La comunicazione online, schietta e informale, sta rivoluzionando una delle professioni più tradizionali e poco permeabili ai cambiamenti. L’elegante diplomatico con valigetta, pronto a rifugiarsi dietro l’abituale “no comment”, sta lasciando il posto a una nuova generazione di funzionari che organizza concorsi su Facebook, partecipa a webchat, pubblica video su YouTube, scambia messaggi su Twitter e si racconta senza filtri sui blog.
Questo innovativo approccio mira a instaurare un rapporto diretto con i cittadini delle nuove società digitali che, grazie alle nuove tecnologie, riescono ad avere un peso maggiore nei processi decisionali. Possono diventare dunque un formidabile alleato, o un insuperabile ostacolo, anche nella gestione delle relazioni tra le nazioni.
Il rapporto tra la diplomazia, paradigma di discrezione ed equilibrio, e il web, simbolo di apertura e partecipazione, rappresenta un affascinante fenomeno di comunicazione che, partito dagli Stati Uniti, coinvolge oggi diverse nazioni e dà vita a una sorta di risiko online in cui l’obiettivo finale non è la conquista del territorio, ma dell’opinione pubblica internazionale.

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