Mentre scriviamo, la FCC – Federal Communication Commission – l’organismo che regola negli Stati Uniti il sistema delle telecomunicazioni, ha appena concluso le votazioni sulla proposta del Presidente Julius Genachowski, “Act to Preserve Internet Freedom and Openess“. Sulla proposta c’era grande attenzione da parte dei paesi UE, interessati a regolamentazioni simili o analoghe, e comunque indirettamente coinvolte dalle scelte in tl senso che gli USA si troveranno a fare.
Com’è andata?
Il documento, appena approvato, contiene una serie di regole concrete per la difesa della net neutrality, in modo da garantire a tutti i servizi ed a tutti gli utenti una perfetta parità di trattamento. I fornitori di servizi a banda larga, pertanto, non potranno interferire con i servizi o bloccarne alcuni, soprattutto quando tali restrizioni vengano operate a danno di società concorrenti con l’intento di favorire, ad esempio, propri servizi. FCC è consapevole del fatto che senza una rete neutrale molte delle realtà che oggi conosciamo (si pendi a Google, o a Facebook) non esisterebbero, perché sarebbero state soffocate sul nascere.
Tre punti fondamentali
Il documento approvato contiene tre regole fondamentali che FCC considera vitali per la sopravvivenza di una rete neutrale:
- l’assoluta trasparenza delle condizioni contrattuali: è possibile applicare criteri più restrittivi, per evitare congestioni della rete, all’utilizzo di certi servizi, ma tali condizioni devono essere chiaramente esplicitate agli utenti che le sottoscrivono;
- impedire il blocco totale di determinato tipo di traffico (per esempio il voip);
- bandire ogni forma di selezione del traffico che sia ‘irragionevole’, intendendo con ciò ogni restrizione che sia motivata da finalità di repressione della concorrenza.
La definizione di ‘parità di trattamento’ contenuta nel documento, però, potrebbe trarre in inganno: la proposta di Genachowski, infatti, è stata giudicata ‘di compromesso’, troppo ‘morbida’ e, probabilmente, non adatta a scongiurare il timore degli internauti di tutto il mondo, quello di una internet a due corsie, come una autostrada, con i ‘veicoli lenti’ da una parte, e quelli ‘veloci’ dall’altra. Come spesso accade per le decisioni di compromesso, in molti sono rimasti scontenti, da ambo le parti.
Internet a due velocità
Se la rete a banda larga, quindi, nelle intenzioni della Commissione Federale resta sostanzialmente tutelata dalle decisioni assunte, non altrettanto può dirsi della rete wireless, quella, oltretutto, che attualmente vanta le maggiori possibilità di sviluppo. Nel documento approvato oggi, infatti, le regole non vengono estese alla rete wireless, ritenute ancora necessitanti di sviluppo autonomo prima di una definitiva regolamentazione. Nè alcun divieto espresso, poi, viene sancito in merito ai cosiddetti ‘servizi premium’, definiti anche ‘servizi prioritari’, con i quali gli operatori creano connessioni veloci con servizi aggiuntivi a costi maggiori per i consumatori.
Imponendo restrizioni del traffico, i fornitori di servizi potrebbero, così, guadagnare semplicemente aumentando o diminuendo le possibilità di accesso alla rete – e la conseguente velocità di accesso – senza necessità di fornire contenuti speciali e guadagnare su di essi. Sulla rete wireless, poi, si ipotizza l’adozione di nuove tecnologie per analizzare il traffico, in modo da assegnare a ciascun servizio un costo e una velocità, con conseguente definizione di costi e servizi differenziati per ciascun utente. In tal caso, l’operatore commerciale su rete wireless sarebbe ‘esentato’ dalle regole anticoncorrenziali.
Il dipartimento di Giustizia è contro la neutralità della Rete?
Nel 2007 il dipartimento di giustizia americano aveva presentato un documento alla stessa FCC, prendendo posizione contro la neutralità della rete, sul presupposto della possibilità di offerta di ‘traffico privilegiato’. La posizione del governo americano, in questo senso, era opposta a quella di gran parte della comunità internettiana, secondo cui internet deve restare libera e neutrale, senza consentire al alcuno di diventare arbitro del traffico della rete e dei suoi contenuti. Con seri rischi per coloro che non sono economicamente forti e per tutte le istituzioni e gli enti che non fanno del profit il proprio modello di business.
Tim Berners-Lee, padre del web
e strenuo sostenitore e difensore della libertà e neutralità della Rete ha affermato che le neutralità è l’unico modo per far prosperare il web, perchè “nel momento in cui si rinuncia alla neutralità della rete, in realtà si perde il web come finora è stato“.
Probabilmente, un rischio che non vale la pena di correre.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito del progetto RENA Free as the web.