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Didattica a distanza durante e dopo l’emergenza

 

Condividere le esperienze per costruire un Paese migliore“. Era il 2012 e l’allora Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo parlava così del Piano Nazionale Scuola Digitale già attivo dal 2008.

All’entusiasmo iniziale e al coraggio delle prime sperimentazioni si sommavano – già allora – alcune necessità mai del tutto soddisfatte: investire sulla nascita di una cultura digitale complessiva, definire in maniera univoca le nuove forme di didattica digitale, incentivare la formazione 2.0 dei docenti e azzerare il digital divide.

Oggi, la chiusura delle strutture scolastiche ha creato una situazione per cui, da un giorno all’altro, un’educazione esclusivamente proposta in presenza si è trasformata in didattica a distanza e così, “competenze prima confinate a piccoli gruppi di docenti pionieri vengono rapidamente messe a disposizione della generalità della comunità scolastica, con interessanti processi collaborativi e generativi.” (Fondazione Feltrinelli).

Parallelamente osserviamo anche che, quell’88,8% di scuole con velocità di connessione sotto i 30 Mbps, passa in secondo piano per far posto all’altra faccia del problema del divario digitale, già presente “nel prima” e amplificato da una didattica a distanza obbligata: il divario socio-economico tra gli studenti che si ripercuote sulla capacità, o meno, di accedere alla tecnologia e quindi, oggi, al diritto all’istruzione.

Un primo contributo: il racconto di come è andata

RENA, è da sempre stata attenta promotrice di eventi educativi che guardano al tema dell’inclusione da prospettive innovative.
L’evento “Per una scuola inclusiva – didattica a distanza durante e dopo l’emergenza” (in diretta Facebook il 05.04.2020), è stato il primo di una serie di incontri di riflessione che, insieme a professionisti ed esperti dell’educazione e della formazione, ci ha fatto e ci farà interrogare sul futuro stesso della scuola.

Le voci coinvolte nel percorso sono state tante e proporzionate alla varietà dei soggetti che animano l’intera comunità educativa.
Ecco il racconto di come è andata.

Il ruolo della tecnologia nel processo educativo

In queste modalità di fare scuola del tutto nuova per gran parte degli Italiani (e del mondo), i docenti vengono quindi chiamati a costruire nell’emergenza una scuola diversa, una didattica non solo a distanza ma anche alternativa. 

È Lorenzo Benussi coordinatore del progetto Riconnessioni che racconta come la prima ora dell’emergenza è stata segnata da una corsa affannosa alla ricerca di piattaforme e strumenti utili. Uno sforzo sì necessario ma che non può più sottrarre energie all’obiettivo finale: la qualità del servizio.

Tecnologie, sistemi e piattaforme devono rappresentare esclusivamente strumenti accessori, non sostitutivi. Per questo resta centrale il ruolo dei/delle docenti, fonti indispensabili per la condivisione del sapere.

Su questo sono pienamente d’accordo Luca Scalzullo e Carlo Mazzone, due professori che hanno condiviso la rispettiva esperienza nel corso dell’evento Facebook.

Sono entrambi consapevoli che il campo di gioco è mutato e certi del bisogno di rivedere metodi e contenuti. Inutile illudersi: la didattica online non corrisponde alla semplice trasposizione digitale delle lezioni in aula.

Occorre sperimentare per mantenere viva l’attenzione e l’interazione delle classi. Bisogna puntare sulle relazioni e sul coinvolgimento attivo di studenti e studentesse continuando ad alimentare il loro senso critico e analitico.

Scuola inclusiva – nessuno resti indietro

La ricerca dell’Istat “Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi” restituisce un quadro di realtà in cui il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni non ha un computer o un tablet a casa. La quota raggiunge quasi un quinto nel Mezzogiorno (470 mila ragazzi). Solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per ogni componente. Il quadro del disagio si complica se si considera che 41,9% tra i minori vive in condizioni di sovraffollamento abitativo.

Questi dati sottendono la necessità di un intervento complessivo, così come suggerito da Ana Liza Serra della Cooperativa ARCHILABÓ e Carla Bertuzzi di CoderdojoUpTo, realtà impegnate in prima linea in diversi territori d’Italia in sostegno al sistema scolastico. Anche il loro supporto si scopre fondamentale in questo percorso di approfondimento.

Non solo l’urgenza di colmare un gap tecnologico ma anche relazionale (si pensi, ad esempio, ad alunni e alunne con problemi educativi speciali).

Tutti i soggetti impegnati nel processo educativo hanno dunque il dovere di offrire il rispettivo contributo: dai territori agli enti fino al terzo settore. La sfida è e deve essere comune. 

Quale scuola?

È sicuramente opportuno ragionare sulla nascita e lo sviluppo di una cultura digitale così come affermato da Paola Bonini, consulente RAI Academy e docente a contratto dell’università di Bologna. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che le problematiche non nascono con l’emergenza epidemiologica. Esse hanno radici ben più profonde.

La complessità del caso deve quindi svincolarsi da facili semplificazioni. Basti pensare, ad esempio, all’essenza di una risposta univoca alla domanda “questa in corso, è scuola?”.

Consapevoli quindi, che l’emergenza in corso ha aperto alla possibilità di fare didattica in altro modo, spingendo tutta la comunità educante a mettere in pratica pensiero critico, capacità di risolvere problemi, comunicare e collaborare, di essere creativi ed agili, osserviamo anche l’affermarsi con forza dei problemi, già presenti nel prima, connessi alla questione del digital divide e delle povertà educative.

Per avvicinarci ad un’interpretazione corale e di ampio respiro, fissiamo allora i primi capisaldi raccolti: l’urgenza di investimenti strutturali su tutto il territorio nazionale, la necessità di assicurare esperienze educative e formative di qualità e il bisogno primario di rivitalizzare tutte le parti coinvolte: student*, scuole, docenti, famiglie, terzo settore e territori. 

Qui puoi rivedere anche l’intera diretta video dell’incontro.

Se ti va di contribuire ad arricchire il percorso con idee, stimoli, contatti e riflessioni, scrivici a segreteria@progetto-rena.it 

A presto, per il prossimo passo.

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Approfondimenti

Riportiamo la lista di link (in progress) ad alcuni approfondimenti proposti dai relatori.
(Anche qui, se ti va di contribuire ad arricchire con testi e documenti, scrivici a segreteria@progetto-rena.it)

• Progetto Riconnessioni – presentazione 

• “Comunità educanti e nuove sfide: tra emergenza e nuove opportunità” di Archilabò

• “Un approccio diverso al coding” di Andrea Ferraresso

 

 

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