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Le scelte effettuate in tempi di ristrettezze economiche acquistano una rilevanza particolare, in quanto possono contribuire a determinare in maniera significativa la qualità della vita negli anni a venire. Ed è proprio a partire da questa constatazione che a fine degli anni ottanta hanno visto la luce le prime sperimentazioni di partecipazione attiva nella gestione della città di Porto Alegre in Brasile.
E’ indubbio che l’Italia stia affrontando un momento difficile e per questo motivo un maggior coinvolgimento della società civile nella gestione del bene comune è quanto mai auspicabile. Il raggiungimento di tale ambizioso risultato comporta, però, un profondo mutamento culturale sia da parte della classe dirigente che da parte della cittadinanza nel suo complesso.
L’implementazione di processi decisionali partecipati tesi alla definizione di politiche pubbliche maggiormente aderenti alle necessità e alle priorità della società civile rappresenta uno degli aspetti chiave necessari a ridurre lo scollamento attualmente presente tra l’operato della classe politica ed i bisogni reali del Paese. La realizzazione di tale visione converge fortemente verso i valori racchiusi nell’acronimo A.R.T.E. che RENA si propone di promuovere all’interno del nostro paese.  Il rendere partecipato il processo di policy making richiede, infatti, un’amministrazione pubblica più Aperta al confronto, più Responsabile verso i bisogni espressi dalla società, più Trasparente nei processi decisionali e soprattutto maggiormente capace di trovare il giusto Equilibrio tra apertura e controllo.  Rispetto a quest’ultimo punto, infatti, va detto che una delle maggiori barriere all’implementazione delle politiche partecipate è legata alla perdita di controllo percepita da parte delle amministrazioni pubbliche. Questo è un nodo chiave nella gestione dei sistemi complessi che non è possibile affrontare in maniera approfondita in questo post, ma che la politica di oggi e di domani non può permettersi di ignorare o di affrontare con logiche che non tengano in conto i cambi di paradigma in termini di diffusione dell’informazione e di organizzazione sociale che Internet ha contribuito a rendere possibile.
Un primo tentativo di rendere più aperte e partecipate le politiche pubbliche in Italia è costituito dal progetto PADGETS (che sta per “Policy Gadgets”) [www.padgets.eu]: si tratta di un progetto di ricerca finanziato nel contesto del settimo programma quadro di ricerca e sviluppo della Commissione Europea (FP7). Tale iniziativa ha come obiettivo la creazione di una piattaforma di partecipazione cross-media che si avvale sinergicamente di diversi canali Social Media (Facebook, Twitter e Youtube) per coinvolgere il cittadino nella definizione delle politiche pubbliche.
All’interno di tale progetto, in queste settimane si sta svolgendo una campagna di partecipazione sul tema della telemedicina, lanciata attraverso gli account social di Regione Piemonte. Tale campagna ha essenzialmente due finalità: far conoscere le sperimentazioni di successo già implementate in alcune aree della regione, sondare l’interesse e l’opinione della cittadinanza rispetto ad un’estensione su scala regionale di tali iniziative.  Chi fosse interessato a partecipare al dibattito trova di seguito i riferimenti alla campagna. Sito Regione Piemonte [http://bit.ly/M75y4R] – Hashtag Twitter: #medpiemonte.
 
Enrico Ferro – @egferro