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Lo scenario peggiore? Laurea con il massimo dei voti, conoscenza di varie lingue straniere, esperienza di studio all’estero. Un paradosso? Certamente. Perché in un sistema efficiente, un simile profilo dovrebbe essere considerato la migliore base di partenza per entrare nel mondo del lavoro. In Italia purtroppo questo accade raramente, per lo più a chi ha un background tecnico-scientifico.
Allora che fare, gettare la spugna? In nessun caso! Ogni problema ha una soluzione, ogni sistema ha le sue regole. Vediamo cosa succede da noi in Italia.
Un paio di giorni dopo la fine degli studi inizi a mandare il tuo curriculum vitae alle aziende per cui credi di voler lavorare “Credi” perché in realtà non hai idea di cosa facciano di concreto. Di una cosa però sei certo: non si faranno scappare un giovane brillante come te e sapranno come valorizzarti!. Le aziende a cui mandi il tuo CV sono poche e ben selezionate. L’ultima cosa che vorresti è essere costretto a rifiutare qualche offerta, che figura ci faresti?
Fai così e aspetti che qualcuno ti risponda. Passa una settimana…due…tre…passa un mese…due…tre….inizia ad essere un po’ troppo… Ok, forse non era il metodo più appropriato. Nessun problema, tu sei flessibile e cambi approccio. Adesso lo stesso CV lo mandi a moltissime aziende. Statisticamente dovresti avere più fortuna.
Però, ancora niente. Al più qualche colloquio in cui ti chiedono quanti anni di esperienza hai. E tu pensi: ma come faccio ad avere anni di esperienza alle spalle se mi sono laureato l’altro ieri? Solitamente questo è il momento in cui inizia un periodo difficile. Ascoltando il telegiornale ti rendi conto, per la prima volta, di aver cambiato categoria di appartenenza da “giovane di belle speranze” a “giovane disoccupato”.
Allora decidi: mi cerco un lavoretto qualunque e nel mentre continuo la ricerca del lavoro “serio”. Ecco, questa è la prima cosa utile che hai fatto da parecchio tempo anche se non sarà facile come sembra. Entri nelle agenzie di lavoro interinale e con fare deciso descrivi le tue competenze ed elenchi i tuoi titoli. La risposta che ricevi, nella maggior parte dei casi, è questa: troppo qualificato.
Come sarebbe a dire “troppo qualificato”? Ma se non ho un briciolo di esperienza! E allora, preso dalla disperazione, prendi il tuo CV, lo spogli di tutti gli “orpelli” che a te sono costati tempo e fatica, ai tuoi genitori anni di sacrifici, e lo modelli secondo quanto richiesto dagli annunci di lavoro.
Eureka! Funziona! Perché? Perché così facendo hai dimostrato umiltà, hai dimostrato di saper adattare le tue competenze e le tue capacità al tuo obiettivo, hai iniziato a “fare esperienza” e a conoscere le dinamiche del mondo del lavoro (italiano). Così facendo hai cominciato ad avere le tue prime entrate che ti hanno reso più indipendente e più sicuro di te.
Ma soprattutto, così facendo hai imparato a conoscerti. Hai imparato quali aspetti del mondo del lavoro ti sono più vicini e quali proprio non fanno per te. Hai potuto scoprire quali sono le attività che ti riescono con facilità – o con un po’ di impegno – e quali invece proprio non sopporti. Fare per un breve periodo un lavoro che detesti può diventare la migliore motivazione per insistere a cercare la tua vera strada e non farlo mai più.
Fare i lavori più disparati dopo o – ancor meglio – durante gli studi ti offre tutto questo e ti aiuta a crescere davvero. Certo, il contesto italiano è distorto e poco efficiente ma ha di buono che ti costringe ad essere al tempo stesso flessibile e determinato.
In linea di massima non importa in quale settore farai le tue prime esperienze. Se però dentro di te già senti quale potrebbe essere la strada giusta per te, allora la cosa migliore è fare in modo che i primi lavori siano in qualche modo legati a quello che vuoi ottenere. E se questo non dovesse essere possibile non scoraggiarti. Coltiva i tuoi interessi nel tempo libero e insisti. Vuoi diventare un giornalista famoso? Inizia tenendo un blog. Hai sempre voluto approfondire qualche argomento? Fallo! In futuro non avrai a disposizione il tempo che hai ora. Ricorda quello che è successo a Steve Jobs, il fondatore di Apple: “Stay hungry, stay foolish!”
 Ognuno di noi è diverso dagli altri, non ci sono strade predefinite, soprattutto in Italia e soprattutto per quelli che rifiutano il sistema delle raccomandazioni). Quello che conta è buttarsi nella mischia e mettersi in gioco. Da subito. Provando, sbagliando e riprovando ancora. Ma soprattutto cercando di affinare al meglio il miglior strumento che hai a disposizione e quello che ti porterai dietro per tutta la vita: te stesso.